Alcune recensioni critiche

Giorgio Seveso in occasione della mostra personale presso il Centro Culturale Lusca di Milano nel novembre 1985 scrive:

....c'è in questa giovane pittrice siciliana una dote che, a quanto pare, molti suoi colleghi e coetanei vengono oggi perdendo: la semplicità, il coraggio di essere semplici nel rapporto con la pittura e con i problemi dell'espressione. Si tratta di qualcosa che possiede un fascino preciso poichè, oltre che essere rara, questa dote ha la virtù di esaltare proprio le più intime, le più intrinseche e specifiche suggestioni della pittura stessa soprattutto nelle dimensioni dell'acquerello che Enza predilige. Sono suggestioni tenere e insieme acute, vibranti, immediatamente persuasive,percorse da una luce chiara e palpitante che, oltre ad essere il portato naturale della solarità della sua terra,è principalmente chiarità di poesia, "aria" teneramente liquida e cristallina che trasfigura le cose ed i soggetti. Questi fogli, infatti, hanno in loro una sottile liricità trasfigurante, hanno in germe una potenzialità metaforica che, subito, distingue l'ancor giovane ma già per molti versi maturo lavoro dell'artista da operazioni simili per tecniche e soggetti.

Giorgio Seveso


Ivana D'Agostino dal catalogo della mostra presso il Centro Documentazione Ricerca Artistica Contemporanea L. Di Sarro di Roma scrive:

....Il nuovo referente della Pipitone, gravitando così in un'area di ricerca di neoastrazione lirica tangente certe esperienze di pittura non oggettiva d'oltreoceano, non consiste unicamente nell'azzeramento dei codici formali ridotti a pura citazione. Anche il tradizionale supporto cartaceo solitamente di piccolo formato, sempre sulla traccia americana, viene ora da lei contraddetto e sostituito dalla tela, spesso scelta, relativamente alla tecnica, pure di dimensioni ragguardevoli. Il supporto, a volte anche cartaceo, è dunque percepito come campo ricettivo, assorbente e riflettente di cromatismi più suggeriti che concretamente formulati. Su di esso rapidamente, escludendo possibili pentimenti, l'artista fa emergere con macchie luminose, larvali, ectoplasmiche,il proprio immaginario,bagaglio memoriale di codici formali ripresi a volte dai fotogrammi naturalistici di un paesaggio che è ormai solo interiore. Inquadrature della mente che sospingono lontano il referente oggettivo filtrandolo attraverso numerose lenti distanzianti. La mediterraneità solare di cui si accennava si diluisce così nelle aeree gamme cromaticamente attutite dell'acquerello. E il pausato liricamente interiore da lei seguito sulla traccia di un percorso noeticamente inteso, può smorzare le accensioni mediterranee di partenza. Tracce larvali, spazi della mente, sensazioni ispirate, sono tracciate da un gesto sicuro, immediato che svapora il colore nell'onirico ed elabora l'immagine escludendo ogni possibile progettualità,il rapportarsi ad un disegno precostituito di riferimento. L'idea cresce solo su se stessa istintivamente, di getto, prescindendo da qualsivoglia riferimento spaziale che possa dotare l'acquerello di griglie prospettiche di supporto. Lo spazio cromatico prescelto dalla Pipitone contraddice quindi le tranquillizzanti certezze di una visione normativa, che viene così sostituita da una personale dimensione fantastica priva di coordinate di riferimento spaziale, capace di elaborare fotogrammi-tele il cui campo percettivo come referente elegge solo le private emozioni del proprio mondo interiore.

Ivana D'Agostino


Il Brigante: il quotidiano per il sud del terzo Millennio- Edizione del 27 Gennaio 2006 - Maurizio Vitiello scrive:

...L'artista prosegue i continui e fecondi viaggi,soprattutto tra le due regioni, quella di appartenenza e quella di lavoro,misurandosi con personali ed in collettive........ Enza Pipitone merita attenzione per l'esemplare tenuta esecutiva e per le combinazioni proiettive che trasformano la stessa materia. La giovane operatrice cerca di dare sostanza alle attese e coglie, nelle sue pitture in tecnica mista e nei suoi acquerelli, ora di più grandi dimensioni, certezze acute di soglie e di limiti. Ma fa di tutto perchè ci sia un varco, un respiro un'apertura per superare un orizzonte di vaghezze in scambio con ondivaghe speranze. Il suo intendimento indugia, con severa discrezione, sull'esterno del mondo e mantiene un pudico contatto con il sentiero del limite, che non ravvede come soglia di preclusione.Un sentimento di riappropriazione l'ha spinta a colmare la tela bianca e le carte immacolate ed, allora, "legge" i movimenti della società all'angolo della strada e gli eventi mondiali col filtro della propria anima e del proprio vissuto interiore. Il nostro vivere,con i sussulti quotidiani, mai pacifici, può essere controllato ed esaminato grazie ad una profonda presa di coscienza, corroborata anche dalla disamina di ciò che si sedimenta. Il "focus" dell'azione pittorica di Enza Pipitone, che prende spunto da vene intimistiche, cala, poi, il suo interesse sulle odierne umane vicende tangendo una chiave più vicina all'astrazione. Ha sempre pensato, nel contempo, di salvaguardare il passato ed essere protagonista nel presente attraverso il "far pittura". La giovane artista siciliana utilizza un'apparente chiave estremizzata per suggerire ritmi e visioni, stende spaccati geometrici su plastiche evidenze e rarefazioni "pulp" informali per abbrivi astratti, che s'impongono come possibili riepiloghi di emozioni forti e sentite. In conclusione, segnaliamo che Enza Pipitone riesce con elaborate soluzioni, suffragate da estremi particolarismi plastico-astratti, a dettagliare tensioni, abbinamenti, costruzioni e trasversali strutturazioni, che investigano e meditano sulle sorgenti delle percezioni cromatiche.

Maurizio Vitiello